Giocate a ping-pong che fa bene I suoi sette incredibili benefici

07.11.2016 11:08

Il tennistavolo, più noto come ping-pong: sarebbe questo lo sport indicato per i bambini e i ragazzi (ma non fa male neppure ad adulti ed anziani) per potenziare soprattutto capacità di concentrazione e memoria. Ad affermarlo è uno studio dell’Istituto di Scienza dello Sport del Coni, in linea con quanto emerso già da una precedente ricerca giapponese, che attribuiva a questo sport benefici contro le demenze. Ma quello sulla memoria sarebbe solo uno dei molteplici pregi di questa partica sportiva, idonea a tutte le età e senza controindicazioni.

È uno sport ideale. Assicura molti benefici sul piano fisico e mentale, facendo divertire chi lo pratica. Il merito, dicono gli esperti, sta nel fatto che il ping-pong mette alla prova tutti i muscoli del corpo oltre che l’apparato riflesso-cognitivo. Caratteristiche che lo rendono adatto per i bambini e ragazzi, specie nell’età dello sviluppo, perché aiuta a potenziare soprattutto la capacità tattica e di concentrazione. Tuttavia, questo sport non va disdegnato neppure nelle altre fasce di età, anche negli anni d’argento perché rappresenta un buon esercizio aerobico e anti-neurodegenerativo.

Ma non solo: il tennistavolo è uno sport da velocisti, perché all’elevata dose di concentrazione richiesta dal gioco va associata una fulminea velocità di movimento. È infatti possibile che durante una partita tra professionisti la pallina possa raggiungere anche i cento chilometri orari di velocità, tanto che uno scambio tra due giocatori professionisti richiede un tempo medio di 3.4 millesimi di secondo. Una frazione infinitesimale, tanto che non c’è neppure il tempo di immaginare il colpo che questo è già passato. Non è quindi un caso né un azzardo che il tennistavolo sia stato paragonato a una partita a scacchi giocata correndo i 100 metri.

I vantaggi e benefici del ping-pong. Ma non ci si ferma alla concentrazione o allo scatto, perché il tennistavolo ha almeno altri sette vantaggi. In particolare:

  • È uno sport (an)aerobico. Rispetto ad altre pratiche sportive, il ping-pong, dal punto di vista fisico, comporta uno sforzo cardio-vascolare in cui si alternano l’esercizio aerobico e quello anaerobico, che apporta notevoli benefici a livello muscolare, migliorando le capacità condizionali ossia la forza, velocità e resistenza e quelle coordinative, soprattutto degli arti inferiori.
  • Favorisce il metabolismo, specie quello basale, e il consumo soprattutto di carboidrati semplici e complessi. Questo perché un incontro di tennistavolo di norma termina entro una quindicina di minuti, con un dispendio energetico, secondo i più recenti studi in letteratura, di circa 4 kcal per kg l’ora. Per fare un esempio, un soggetto con un peso standard di 70 kg, in un’ora e nel corso di una partita potrebbe arrivare a spendere anche 280 kcal.
  • Ha un alto valore educativo, perché aumenta la concentrazione e la velocità di reazione. Insomma, farebbe bene tanto al fisico ma soprattutto al cervello; stando a uno studio giapponese, la pratica continuativa del tennistavolo infatti non solo allontanerebbe il rischio di demenze, svolgendo quindi una azione di doping anti-neurodegenerativo, ma favorirebbe anche una migliore vigilanza, equilibrio e coordinazione.
  • Allevia lo stress. Come ogni altra attività fisica, anche il ping-pong libera le endorfine e le encefaline, ovvero delle sostanze speciali prodotte dal nostro organismo, capaci di favorire il benessere e di combattere efficacemente tensioni, aggressività e frustrazioni, tanto da far bene soprattutto alle persone che fanno lavori ripetitivi o che richiedono particolare attenzione.
  • Non causa asimmetria, perché il non uso di un braccio è compensato dal movimento del resto del corpo. A livello amatoriale, dunque, non c’è rischio di uno sviluppo maggiore di una parte del corpo rispetto ad un’altra come accade invece nel tennis, che è lo sport asimmetrico per eccellenza. Una racchetta da tennis tavolo, del resto, ha un peso quasi irrilevante, meno di cento grammi e non più di due per la pallina.
  • Aiuta la vista. Costringe infatti l’occhio ad esercitarsi nel seguire la pallina, ma per trarne beneficio è necessario che la capacità visiva di un giocatore non sia troppo compromessa. Ancora spinge l’occhio a un continuo adattamento vicino – lontano e questa stimolazione può contribuire a rallentare il processo di senescenza del cristallino, tipico della presbiopia.
  • Ha poche controindicazioni. È sconsigliato solo in caso di gravi problemi articolari o se si soffre di scoliosi o cifosi. A livello agonistico, proprio perché il tennistavolo richiede una grande mobilità delle gambe, potrebbero verificarsi microtraumi del ginocchio e tendinite o fastidi a schiena e braccia. Per i dilettanti, invece, non esiste una vera e propria patologia traumatica. Anzi a livello muscolare possono essere esercitati bene quelli del polso, del braccio, della spalla e della schiena chiamati in causa per i continui movimenti che si devono fare per rispondere all’avversario.